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chiudiOvviamente, il mio percorso al Belvedere Bellagio è iniziato alla nascita! Sono cresciuta nell’hotel, anche se nessuno mi ha mai spiegato che questo luogo fosse un hotel e che tutte queste persone fossero nostri ospiti. Per me, era semplicemente casa. Come il mare o la spiaggia, era semplicemente il luogo dove la vita accadeva.
Facevo colazione ogni mattina in hotel e, anche se la colazione non ha forse la teatralità di altri pasti in Italia, non è certo meno deliziosa – se sai dove guardare. Quando i miei compagni di scuola venivano a trovarmi, era puro divertimento. In fondo, non capita a tutti i bambini di 4 anni di poter ordinare una pizza come merenda e mangiare gelato a tutte le ore.
Giocavo con i figli degli ospiti – facevamo braccialetti insieme o ci perdevamo nei giardini – e sono ancora amica di molti di loro oggi. Quando tornano a trovarci, ricordiamo quei momenti mentre guardiamo i nostri figli vivere le stesse esperienze.
Credo che sia proprio questo ciò che il Belvedere Bellagio sa fare meglio: creare persone e ricordi.
Forse, avendo vissuto qui tutta la mia vita, ho perso un po’ di prospettiva… o forse sono semplicemente di parte. Quindi, è meglio lasciare che sia lo spirito del Belvedere Bellagio a parlare da solo, attraverso le voci di chi davvero lo rende una casa.
Bruna, per esempio, la nostra responsabile delle camere: “Sono qui dal primo maggio 1999. Incontro persone da tutto il mondo, parlano lingue diverse e ci capiamo a metà tra la mia lingua e la loro, e mi piace molto. Sono una persona curiosa. Mi piace sapere da dove vengono, come vivono.”
O Andrea, il nostro Bar Manager: “La mia prima stagione è stata nel 1995, avevo 16 anni. Il Belvedere è un pezzo del mio cuore e parte della mia famiglia. Mia moglie e io viaggiamo in tutto il mondo, vediamo posti bellissimi, ma dopo due settimane voglio tornare qui, nel mio posto. Casa è casa.
Quando torno e rivedo per la prima volta il mio lago, di solito piango. Perché amo questo posto. Non credo che la mia vita fosse destinata a essere in un’altra parte del mondo. E quando parlo con gli ospiti, penso che lo capiscano.”
E infine Franco, il nostro Direttore Generale: “Quando ero giovane, vivere a Bellagio mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con persone di tante culture e paesi diversi. La mia vita ne è uscita arricchita. Puoi incontrare il mondo sul Lago di Como, ti apre la mente.”
Le parole di Franco esprimono una speranza che ho anch’io per il Belvedere Bellagio: che sia un luogo dove tutto il mondo si incontra, dove le vite si intrecciano e dove nuovi ricordi si creano ricordando ancora quelli passati.
Questo è il vero segreto del Belvedere Bellagio: l’evoluzione costante.
Quest’anno, quell’evoluzione prende forma in Albòri, il nostro nuovo ristorante che nasce dove un tempo c’era La Terrazza. Albòri ti accompagna in un viaggio culinario che parte dalla montagna e arriva al lago, e oltre. I piatti esprimono le radici sarde dello Chef Marco e le sue esplorazioni culinarie nel mondo, ma il Lago di Como rimane sempre il punto di partenza dei nostri menù degustazione.
Puoi scoprire di più su Albòri qui.
Marco condivide con noi la passione per la cucina italiana con un tocco fusion, portando modernità alla tradizione. Credo che questo sia fondamentale: in quanto italiani, spesso ci imponiamo dei limiti, ci sentiamo vincolati alla tradizione e facciamo le cose “perché si è sempre fatto così”. Ma la tradizione non muore quando viene elevata o modificata. Al contrario, si arricchisce, invitando un nuovo pubblico a trovarvi un proprio legame personale.
Mentre ci prepariamo alla nuova stagione, ci godiamo gli ultimi momenti di quiete della primavera, preparando cuore e casa.
Quando la mente si trova in questo stato di calma insolita, sogni, idee e pensieri sembrano formarsi più naturalmente, e mi sento colma di attesa.
Sogno risate in giardino, conversazioni davanti a un aperitivo e la gioia che nasce semplicemente dallo stare insieme. Più di ogni altra cosa, spero che ogni persona che varcherà la nostra soglia possa sentirsi davvero accolta, portando con sé ricordi che – come quelli della mia infanzia – dureranno tutta la vita.
Con questo spirito, non vedo l’ora di accogliervi con un sorriso e l’abbraccio autentico di una casa condivisa.
Il prossimo passo